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Svelato lo sporco gioco di Microsoft contro Android?

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Sarebbero finalmente note le famigerate “violazioni di Android” che costringono produttori del calibro di HTC e Samsung (tra i tanti altri) a pagare a Microsoft una pesante tassa su ogni dispositivo da loro prodotto.

Sapete già che una cospicua parte delle entrate di Microsoft deriva non da lavoro svolto, ma da accordi estorsivi con produttori di dispositivi Android, che accettano di pagare per non sobbarcarsi i costi di lunghe cause legali. Tempo fa ci sono stati anche pesanti scambi d’opinione tra le dirigenze delle rispettive aziende, con Eric Schmidt di Google che accusava Apple e Microsoft di ricorrere alle cause legali come unico metodo per fare concorrenza, dal momento che non sono in grado di innovare.

Bene, tutto questo potrebbe essere a una svolta. Leggete oltre per conoscere i dettagli dei banali brevetti coinvolti e le modalità illegali con cui Microsoft di fatto impone gli accordi.

I banali brevetti

Ecco cinque dei brevetti, si può ragionevolmente dedurre che potrebbero essere gli unici brevetti di un certo pur ridicolo peso coinvolti nella vicenda:

  • (1) the “display of a webpage’s content before the background image is received, allowing users to interact with the page faster”;
  • (2) “easy ways to navigate through information provided by . . . device apps via a separate control window with tabs”;
  • (3) “the select[ion] [of] text in a document and adjust[ment] [of] that selection”;
  • (4) “the ability to annotate text without changing the underlying document”;
  • (5) permitting “apps to superimpose download status on top of the downloading content”.

I brevetti software con cui Microsoft minaccia le aziende che distribuiscono Android sarebbero di questo calibro.

Le modalità illegali

A svelare i brevetti coinvolti è stata Barnes & Noble (cfr “Barnes & Noble Exposes Microsoft’s “Trivial” Patents and Strategy Against Android“, grazie alla preziosa segnalazione di Alessandro), che ha anche fornito il contesto per capire il modo in cui Samsung, HTC e altre aziende sono cadute nella trappola. I dirigenti di B&N si sono infatti rifiutati di firmare il Non Disclosure Agreement (un impegno a non rendere noti i termini di un accordo) che Microsoft chiedeva, accettando solo in parte di mantenere il riserbo. In questo modo, e tramite il carosello di episodi che forse immaginerete, siamo arrivati ad avere i documenti contenenti le informazioni. Il punto di tutta la perversa tattica legale di Microsoft, che viene definita illegale da B&N, sta proprio nell’NDA. I brevetti incriminati infatti non vengono svelati se non alla fine, in sede di accordo conclusivo, in cambio della tassa su Android e con l’obbligo di mantenere il segreto.

La procedura tipica, secondo quanto riportato da B&N, prevede che i legali di Microsoft approccino i distributori minacciandoli di portarli in tribunale per violazione di importanti brevetti che rendono Android illegale e debitore nei confronti di Microsoft. Ovviamente Microsoft sta bene attenta a non provare questo approccio direttamente con Google e invece preferisce partire da vari distributori, preferibilmente non propensi ad avventurarsi in una costosissima causa legale multimiliardaria contro un gigante come Microsoft. Il passaggio successivo prevede pressioni ed è supportato dal fatto che anche altre aziende hanno firmato il patto, aziende che appunto on possono svelarne termini e contenuto per via dell’NDA. A quel punto l’azienda cede, decide di accettare le imposizioni di Microsoft e finalmente scopre che le gravi violazioni intellettuali riguardano le modalità di caricamento di una pagina web, il controllo delle applicazioni tramite schede, la selezione di testo all’interno di un’app, la possibilità di annotare testo o quello che dalla descrizione sembra una banale finestra di status durante un download.

Sto ancora leggendo l’intero testo dei documenti pubblicati, ma se tutto questo fosse confermato, e personalmente non ho troppo motivo di credere che le cose stiano tanto diversamente, trasformerebbe Microsoft nel più scandaloso Patent Troll che sia mai esistito.

Ecco a cosa portano i brevetti software

Posso immaginare che anche i distributori Linux che sono stati costretti ad accettare accordi con Microsoft hanno dovuto subire la beffa di questo tipo di trattamento, ma mentre quello del desktop linux è un mercato solo strategico e non redditizio, quello mobile invece assicura grandi guadagni, ottenuti così da Microsoft senza alcuno scrupolo grazie a minacce legali che sembrano totalmente prive di fondamento.

Quale che sia la vostra posizione a riguardo, c’è solo da osservare con orrore la situazione dei brevetti software americana, che già adesso subiamo in maniera indiretta, e sperare che non importeremo mai quell’inferno in Europa.

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